Luis Tinoco: Round Time

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Luìs Tinoco (1969) è un compositore portoghese di cui si conoscevano discograficamente alcuni lavori da camera, sparsi tra raccolte compilative sui compositori portoghesi tra cui dei quintetti ai fiati (soprattutto “Light – distance, “O curso das aguas” e “Short cuts” per 4 sassofoni), un quartetto d’archi in stile contemporaneo (“Quarteto” performato dagli Arditti String quartet) e una composizione per marimba, “Mind the gap”. In un àmbito totalmente diverso e particolarmente maturo, Tinoco adesso pubblica per la Naxos una serie di quattro composizioni orchestrali (Orquestra Gulbenkian di Lisbona) in cui si apprezza lo stile compositivo che spazia nei meandri dei contrasti timbrici tipici delle orchestre romantiche e soprattutto di quelle post-Stravinsky (Le sacre du printemps e simili), ma in una maniera molto personale: a differenza di quanto potete pensare, nel suo stile non troverete la debordante drammaticità del romanticismo, nè la continua forza d’impatto delle orchestre del novecento, nè tanto meno gli ostinati di Stravinsky; Tinoco conduce i temi in modo sommesso, con l’orchestra che si caratterizza per un entrata e una conduzione discreta, sognante, che può ben rifugiarsi in quel senso di incoscienza delle menti prodotto dal flusso artistico dell’impressionismo musicale. Solo nei momenti decisivi, la scrittura si erge formando incastri disorientati e disincantati. “Round Time” assomma tutte queste caratteristiche dentro di sè. Invece le successive composizioni aggiungono un’elemento in più: la vocalità come veicolo espressivo della narrazione di un testo poetico. Tinoco si affida a soprani diversi (Ana Quintans, Yeree Suh e Raquel Camarinha), introducendo accanto al solito flusso strumentale, la caratterizzazione della sua provenienza geografica che, quando non è totalmente presente (vedi “Cancoes do sonhador solitario”) si ascolta nella parte bassa della tonalità delle cantanti soprano, alternando la scrittura inglese per dedicarla a quella rientrante nella parte alta della tonalità (in questo senso “From the depth of distance”): qui gli accenti indiscutibilmente malinconici e pieni di vita della lingua portoghese, il tono austero ma sommesso del canto che si avvicina alla struttura di una song cycle (sebbene non lo sia soprattutto per via della durata delle composizioni), di quelle song cycle piuttosto lontane da quelle operazioni esibizionistiche e poco intime dell’opera, la sapienza nel costruire il flusso compositivo nel suo insieme ci restituiscono un compositore che a ben ragione affronta con personalità e gusto gli “old themes”, il suo è un marchio ben udibile in cui tutti gli elementi citati (struttura orchestrale, canto ed accenti linguistici, umori, etc.) sembrano svilupparsi tutti assieme e contemporaneamente. Questa pubblicazione si fregia della minuziosa descrizione di tutta la movimentazione orchestrale fatta nelle note di copertina da Marc-Andrè Dalbavie, un aspetto non secondario che dà la conferma della statura internazionale del compositore portoghese, ma non è il solo: in “Round time” sono ricercate ed azzeccate tutte le scelte, dalla nomina dei soprani al tipo di orchestrazione, dalla riproposizione dei testi di Fernando Pessoa, Almeida Faria (suo attuale ammiratore) e Walt Whitman, ai rapporti con la tonalità che conduce a linee compositive molto moderne nello spirito, che pur rimanendo inserite nell’alveolo della tonalità, sembrano arguire aspetti appartenenti al mondo del suo contrario (l’atonalità, la simpatia musicale per Berio e le parti meno chiare). E per quanto mi riguarda ritengo anche toccante la dedica di questo cd, fatta da Tinoco al compianto e giovane pianista e compositore Bernando Sassetti, un talento prematuramente scomparso qualche tempo fa in incredibili circostanze casuali.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.