Eleanor Cory: Things Are, String quartet n. 3 and other compositions

0
384
An invitation to rediscover the compositions of Eleanor Cory arises from the consideration of the beauty of her musical interlockings: she emphasizes the essential role of the instruments used in the composition, she builds for each of them the best language possible. In this definitive collection from Naxos you can hear the flutes which vibrate in sudden changes of register, the strings which savor the wonderful confusion of the Austrian serialists of the early twentieth century and a piano that reorganizes the path that modal jazz has made from Gershwin to Mays.
_________________________________________________________________________
Nella musica classica molti compositori si sono aperti un varco in maniera silenziosa ed educata, lasciando temporalmente alla musica stessa il ruolo dell’affermazione: Eleanor Cory (1943) è una di quelle compositrici tanto stimate quanto misconosciute all’audience pesante della classica, nonostante non le siano mancati i riconoscimenti. Nata in una famiglia cresciuta a Mozart e Brubeck, la Cory ha trovato nel trasferimento a New York l’occasione per imporre uno stile che aveva da tempo rimuginato durante la preparazione accademica: segnata dalla scuola seriale, la Cory ha sposato un’atonalità leggera, lavorata sulle corde del movimento di Schoenberg, tenendo ben presente la lezione armonica dei jazzisti che avevano sostenuto i connubi tra il loro genere e la musica colta. La Cory aveva un peso specifico che, nell’epoca del vinile e della rappresentazione concertistica dal vivo, ha rischiato di mandare nel dimenticatoio le sue composizioni; la Cri, l’etichetta benemerita del comporre americano, fu la prima ad affiancare alcune sue composizioni con quelle di Ellen Taafe Zwilich, dove comparivano due dei suoi lavori più rappresentativi (erano Apertures e Designs) e poi a proporre una prima sistemazione monografica con “Of Mere being“; queste bellissime testimonianze discografiche sono state affiancate solo recentemente da un cd edito per l’Albany R., ma è in questa raccolta della Naxos che ci si può convincere definitivamente sul valore della compositrice.
Qualcuno a proposito della Cory ha parlato di sintesi, ma francamente mai come nel caso della compositrice americana gli elementi della sua musica sono scindibili ed enucleabili con facilità: più che di sintesi si dovrebbe parlare di costruzione sugli strumenti. A seconda dello strumento utilizzato la Cory ha un’idea minuziosa di quale lingua debba parlare: se si tratta di un flauto è attenta nel cogliere quelle variazioni di registro che l’hanno reso importante sia nella classica che nell’improvvisazione jazz (la bellissima Things Are ha queste caratteristiche); se si tratta di un violino od uno strumento ad arco è capacissima nel sollevare quegli istanti di purissima estraneità elettiva che fecero unica la serialità degli austriaci del primo novecento (lo String quartet n. 3 o la Violin Sonata n. 1 sono i casi esaminati dalla raccolta); se si tratta di un piano, il riferimento è chiaro e diretto all’improvvisazione di Brubeck e di tutti i pianisti jazz formatisi a pane “francese” e modalità (Celebration è una composizione notevolissima dal punto di vista dello spartito). Naturalmente in tutti questi pezzi la Cory “costruisce”, componendo gli abbinamenti con il massimo rispetto delle estetiche, anzi talvolta l’empasse jazzistica è così forte che sembra quasi di ascoltare un moderno musicista jazz (in Celebration si capisce quanta strada abbia fatto il jazz del novecento, da Gershwin fino a Lyle Mays).
Articolo precedenteJia Daqun: Chamber works
Articolo successivoDifferenti intonazioni della kora africana
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.