E’ una relazione solitaria quella che intraprende il musicista con il suo strumento e i dispositivi informatici ed elettronici, ma solitamente è molto produttiva. Le domande spesso sono: dove ‘condurre’ lo strumento? Quali argomenti estetici e musicali tirare in ballo? E poi, esiste la possibilità di creare legami più profondi di quelli già conosciuti nella letteratura musicale contemporanea, piena com’è di estensioni, infiltrazioni ed aumentazioni? Gli improvvisatori liberi più oltranzisti sono da tempo alla ricerca di nuove forme di ‘compenetrazione’ degli elementi musicali, di ‘forme’ sonore personali in grado di dimenticare l’ordinarietà dei parametri e puntare ad una meta-visione sonora, dove la musica è capace di offrire nuovi punti di riferimento, offrendo stimolo al pensiero e alla potenza di una dimensione spazio-temporale dei suoni.
Francesco Pellegrino, pugliese oramai naturalizzato toscano, è musicista-improvvisatore e artista multimediale. Su queste pagine l’avete conosciuto grazie ad un lavoro bellissimo in duo fatto con Francesco Massaro (Double Exposure) che ne fissa una parte delle coordinate artistiche: Pellegrino è un sassofonista (soprattutto