Terza raccolta monografica per il compositore Gerald Eckert in casa Mode Records, dopo On the Edges del 2016 e Absence del 2020, a cui dedicai una recensione comprensiva di presentazione e influenze del compositore (gli abbonati possono leggerla qui). Di Eckert si deve dire un gran bene perché ha saputo interpretare con una forma invitante all’ascolto lo scollamento dei nostri tempi; violoncellista e conduttore di alcuni ensemble, tra cui spicca la lodevole e lunga direzione dell’Ensemble Reflexion K, Eckert ha messo in piedi una perfetta sincronia umorale tra la visuale di una partitura e il suo dipanarsi concreto, qualcosa che può paragonarsi alla forza di un vento che da una parte spazza via tutto e dall’altra ritorna in circolo con energia trasformatrice; nel libro di Gisela Nauck,