Una bella iniziativa in corso sulla musica improvvisata è quella organizzata dal contrabbassista Andrea Grossi a Milano, all’interno del passante ferroviario di Porta Vittoria. Con una denominazione che lascia comunque spazio alle interpretazioni (i concerti vengono attirati sotto l’ombrello terminologico di ‘avant-garde under-ground’), Grossi vuole superare i sentieri ordinari del jazz e riprendere le fila di un discorso più ampio che coinvolge la libera improvvisazione e la composizione, qualcosa che questa rivista ha sempre fatto dall’inizio. C’è bisogno di insistere su questa evoluzione in Italia, perché le rassegne e i festival dedicati sono pochissimi e il rischio è che si perdano per strada persino i musicisti (costretti ad esibizioni più canoniche e redditizie).
Tutto è cominciato l’anno scorso con il Luca Perciballi Organic Gestures, un trio del chitarrista emiliano costituito con Andrea Grillini e lo stesso Grossi, che solitamente è sempre parte delle formazioni invitate e poi, ci sono stati tanti appuntamenti mensili che hanno visto le esibizioni di Michel Doneda, Gordon Grdina, il Blend 3 con Bonifati e Caliumi, il gruppo Nimituare (con Diodati, Cianca, Frigo e Christé), i Vertical Invaders (Parrini, Tononi e ancora Grossi) e ANOKHI, formazione con Calcagnile, Pacorig, Evangelista e Bigoni. Il 30 maggio prossimo sarà la volta del numero #9 dell’avant-garde under-ground, con un concerto che si presenta come un picco d’interesse non eludibile, ossia un programma di contrabbasso e basso elettrico che vedrà le esibizioni in solo di Pietro Elia Barcellona e Frise Lumière (nome artistico di Ludovic Gerst) e quelle di un trio che unirà le due personalità ora citate con Grossi stesso.
Qui di seguito le informazioni che Grossi ha redatto per questo appuntamento, che mi sembra fondamentale per conoscere oltre Grossi anche le qualità dal vivo dei due giovani musicisti, artisti che mi sembrano già oltre la media a livello di conoscenze ed espansione della progettazione musicale. Al palinsesto di Grossi ho aggiunto un paio di link dove trovare preventivamente parte degli spunti musicali che saranno oggetto del concerto.
La composizione si sviluppa come un viaggio tanto interiore quanto esteriore, un’esplorazione della durata, della risonanza e della trasformazione. Il materiale è concepito come flessibile, in continua deriva: può dilatarsi o concentrarsi, a seconda del contesto e dell’ascolto.
Vedi qui l’esecuzione di Da un respiro, un battito, che non finisce mai al Bimhuis ad Amsterdam.
Esplorando e lavorando questo strumento ritmico nella sua interezza prima di produrre il suo primo album Bisou Genou. Ambo è il risultato di vari incontri passati e presenti, mentre continua e afferma l’esplorazione sonora e minimalista del suo basso preparato.
Qui puoi ascoltare la musica di Bisou Genou.