Noemi Fiorucci e l’esperimento di Omnia

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Noemi Fiorucci, foto tratta dalla sua pagina bandcamp

C’è un modo oggi per riscoprire il valore di una drammaturgia musicale? Immersi in una letale standardizzazione della creatività che risucchia il sistema dall’esterno, per gli artisti diventano necessarie fonti credibili a cui rifarsi per la loro ispirazione e per ottenere stimoli che siano in grado di mettere in relazione il mondo attuale con quanto proviene dagli insegnamenti. La storia della drammaturgia è piena di esempi ma non sempre i musicisti ne convogliano gli aspetti appropriati in un modo corretto, spesso invocandone gli effetti con troppa semplicità. Discorso differente va fatto per Omnia di Noemi Fiorucci, una sorta di ‘mini’ opera che nasce per via di una residenza artistica nell’ambito delle attività della Mupe Records. Nata a Montefiascone nel giugno del 1999, Fiorucci ha avuto un percorso precoce e allineato sia sul jazz che sull’improvvisazione vocale: ha studiato

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.