Wien Modern 38 – The Great Learning

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Il consueto appuntamento con il più importante festival di musica contemporanea in Austria arriva il 30 ottobre prossimo per un mese di concerti che cercano anche un’identità culturale. La 38° edizione del festival è stata presentata con un chiaro intento politico, un ventaglio di proposte che si caratterizzano per la ricerca di inclusività multi-geografica e di creatività condivisa e senza confini in una città che è molto più accessibile rispetto ad altre capitali europee, un vanto costituito da 115 avvenimenti accompagnati da una nota critica introduttiva della direzione artistica del festival che è stata pubblicata nel sito internet di Wien Modern. La riprendo qui di seguito integralmente, tradotta in italiano:
115 tentativi di un approccio sereno alle curve di apprendimento.
Siamo nel 37° anno dalla fondazione del Wien Modern. La popolazione di Vienna è cresciuta di un sorprendente 37%. La sfida del 1988 – portare finalmente i grandi capolavori del XX secolo sui grandi palcoscenici di questa città – non è più attuale. Vienna appare notevolmente diversa e meno arretrata rispetto a 37 anni fa, quando la curva demografica era al minimo. Quale musica si può scoprire in una metropoli in crescita e sempre più diversificata? Quali palchi raggiungono alcune persone? Chi sale su questi palchi e chi no? La nostra vita culturale si sta evolvendo abbastanza velocemente da tenere il passo con le dinamiche sociali? O è ancora troppo arretrata? E cosa può fare la musica, una forma d’arte sorprendentemente diversificata, emozionante e stimolante, per aiutarci a navigare sulle curve di apprendimento del presente nel modo più elegante possibile?”.
Il festival contiene come al solito momenti solenni: quest’anno il primo grande concerto al Wiener Konzerthaus vedrà la ORF Radio-Symphonieorchester Wien diretta da Vimbayi Kaziboni eseguire un programma di composizioni di George Lewis, Hannah Kendall e Jessie Cox, nel solco della ricerca degli interstizi e delle diversità. Lewis, che è quest’anno uno degli stimoli più desiderati del festival, parla di ‘celebrazione di mobilità’, tema che non può essere nemmeno smentito guardando alla pletora di prime esecuzioni mondiali o europee che riempie la rassegna a Vienna (qui trovi il calendario completo degli eventi con il dettaglio).

Nell’intento di farvi risparmiare un pò di curiosità, vi indico qui di seguito tutte le anteprime mondiali, con la segnalazione dei compositori e degli interpreti tra parentesi, escludendo:
1) le anteprime europee: molte di esse sono comunque recentissime e raccolgono esibizioni appena performante nei festival austriaci satelliti a Wien che si sono appena conclusi, penso al Klangspuren Schwaz o al FestKonzert a Salisburgo dove si è consumata la premiére di Archipel Life, un nuovo pezzo di Gadenstatter che sarà oggetto di nuova esecuzione a Vienna;
2) una bella fetta di concerti che vanno nella direzione dei rapporti della composizione con la libera improvvisazione o calcano solo la free improvisation (la One Night Band con Mia Zabelka, Sainkho Namtchylak, Phil Durrant, e poi Tyshawn Sorey, la Vienna Improvisers Orchestra, lo stesso Lewis, etc.).
Queste le anteprime compositive:
Stefan Prins, Hilda Paredes (Arditti String Quartet), David Kosviner (Ensemble Kontrapunkte), Pierluigi Billone, un programma russo con Alexander Khubeev, Anna Korsun, Marina Khorkova, Noka Nikoladze, Hovik Sardaryan (Klangforum Wien), Julia Purgina (Pacific Quartet Vienna), Judith Unterpertinger aka JUUN (Judith Fiedl), Astrid Nischkauer, Margret Kreidl (Trio Sprechbohrer), Laura Bowler (collective lovemusic), Francesca Verunelli, Jack Sheen (Trio Amos), Emre Sihan Kaleli (Ensemble Phace), Simon Bauer, Parsa Badiei Sabet (Ensemble Ionisation instrumentale), Zara Ali, Katharina Ernst (Black Page Orchestra), Elisabeth Harnik (Ensemble ]h[iatus), Tomasz Skweres (Mivos Quartet), Christof Ressi (Studio Dan), Philipp Maintz (sopra-tutti & Motus Percussion), un programma di composizioni di Gerd Noack, Yui-Ka Zheng, Mohammadreza Rezaei Azin, Valeria Rysma-Dolhikh (Ensemble Reihe Zykan+).
Per il teatro musicale anteprime di Tomasz Skweres, Ruth Cerha, Unsuk Chin; per le installazioni anteprime di Volkrar Klien, Christine Schorkhuber, Arnold Haberl (aka Noid) e l’installation opera del trio Katharina Clement, Isabelle Duthoit e Sabine Meier.

Quanto all’Italia, oltre all’impegno compositivo di Billone e Verunelli c’è da segnalare anche un concerto in omaggio a Claudio Abbado il 25 novembre, in cui l’Ensemble C Barré e il Neue Vocalsolisten saranno interpreti di pezzi di Verunelli e Czernowin, nonché un monografico curato da Billone (con musica di Scelsi, Nono e Feldman), l’Arditti che riesegue il dead wasps in the jam-jar (iii) di Iannotta, nonché il NAMES che reinterpreta Esercizio di Pazzia I di Filidei.

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.