Cerco di far selezioni anche dalla musica che arriva dalle Americhe. Consapevole che nel mondo anglosassone è differente lo stimolo sperimentale rispetto ai compositori e musicisti europei, mi muovo con molta cautela, attaccandomi a proposte che possano suscitare quantomeno un certo fascino. Certamente colpisce la violinista Adrianne Munden-Dixon con il suo recentissimo lavoro discografico pubblicato per Neuma R.: Vision Mantra è un surrogato sostanzioso delle sue capacità tecniche ed espressive che si ricollegano ad un’artista che ha chiare inclinazioni contemporanee. Munden-Dixon è canadese di origini (sebbene operante a New York), ha nel suo DNA una gran voglia di comunicare attraverso la musica e vuole farlo con mezzi idonei e moderni; è stata solista alla Carnegie Hall, all’Università di Princeton e, non è un caso, al Roulette Intermedium a Brooklyn, un luogo conosciuto per i suoi concerti propulsivi






