Biennale Venezia 2025

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Con i venti di cambiamento che spirano sulla diffusione della musica cosiddetta contemporanea è necessario interpretare questa 69° edizione della Biennale veneziana. Sull’efficacia della nuova direzione artistica, affidata a Caterina Barbieri, avevo già scritto un articolo qualche mese fa (lo puoi leggere qui), in cui mettevo in evidenza come fosse necessaria una nuova articolazione del termine ‘contemporaneo’ e allo stesso tempo come fosse necessario non snaturare il principale evento italiano fondato sul potere della ‘scrittura’, esprimibile nelle sue varie e moderne concezioni (partitura, esposizioni grafiche, intermediali, etc.).
L’edizione 2025 si è probabilmente plasmata sui riferimenti prioritari di Barbieri e sulla percezione di un ‘cosmo’ inteso in senso universale e duplice, da una parte il firmamento e le stelle che lo popolano, dall’altra l’area di interiorità dell’umanità. Nella musica questi riferimenti sono stati utilizzati in modo massiccio e l’area di attrazione non ha certamente risparmiato i compositori classici (pensate

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.