Poche note sull'improvvisazione italiana

Rubrica mensile condotta da aprile 2014 a giugno 2019 sull’improvvisazione in Italia, con o senza idioma jazz. Le selezioni musicali (CD pubblicati in contemporanea tempistica degli articoli) sono state curate rispettando un piano di argomentazioni di natura estetica, con lo scopo di creare spunti validi per delineare in prima approssimazione plurime aree di approfondimento dei contenuti trattati, oltre che a fornire una sintesi dell’universo musicale italiano.

Poche note sull’improvvisazione italiana: alla ricerca di graduali attimi fuggenti

Uno degli errori della trasmissione televisiva di Stefano Bollani sui Raitre, stava nel fatto di dover affascinare con i soliti mezzi: Stefano dava delle belle lezioni di jazz, si invitavano musicisti piuttosto circoscritti nell'ambito...

Poche note sull’improvvisazione italiana: dall’effervescenza alla fragilità

Quando Miles Davis intraprese il suo percorso d'incrocio con il rock si aprì una fase di profonda contestazione del jazz; nonostante in molti casi la sua musica fosse ancora validissima, molti puristi del jazz...

Poche note sull’improvvisazione italiana: da Ismene al riduzionismo

In questa puntata ci dedichiamo alle percussioni, in un ipotetico cerchio che si chiude tra ancestralità e modernismo. Sono in molti coloro che vogliono oggi riportare l'ascoltatore nei territori ancestrali della scoperta della loro interiorità...

Poche note sull’improvvisazione italiana: sentire doppio

Globokar affermava che l'improvvisazione fosse il frutto di una imprevedibilità basata sull'intuizione, sull'emotività del momento e sull'inconscio della soluzione: un processo mentale che si trasferisce agli organi deputati all'emissione dei suoni (dicasi strumenti) che...

Poche note sull’improvvisazione italiana: riconoscere una nuova musicalità progressista

Imposto una riflessione sul termine "progressivo". Così come in altri campi, in musica la connotazione esatta del suo significato è stata collegata alla visuale seguita: normalmente una musica progressiva dovrebbe essere qualcosa che salvaguardia...

Poche note sull’improvvisazione italiana: circoli di resistenza culturale

"...Il filosofo interdisciplinare è quel tale che ama se vautrer nel più fetido lerciume consumistico. E il peggio è che lo fa con suprema voluttà e ovviamente dall'alto di una cattedra già da lui...

Poche note sull’improvvisazione italiana: forme di drammaturgia della rappresentazione

Una delle vie più trascurate degli sviluppi jazzistici moderni è stata quella della rappresentazione pluri-disciplinare: il canovaccio di un'orchestra jazz che impone raccordi nell'area della letteratura, delle arti visuali e della danza è stata...

Poche note sull’improvvisazione italiana: influssi nei perimetri etnici del jazz

La storia insegna che gran parte delle tradizioni popolari musicali dell'Italia hanno delle forti stigmatizzazioni di elementi indo-orientali. I flussi migratori di tribù e popoli in cammino verso l'Europa in epoca ante la venuta...

Poche note sull’improvvisazione italiana: dimenticatevi l’armonica di Thielemans!!

Quello che spesso non viene sottolineato nell'improvvisazione libera è che essa è attuabile su qualsiasi oggetto, oltre quelli appositamente fabbricati dall'uomo per suonare: la relazione con il mondo dell'inanimato può giocarsi su qualsiasi livello...

Poche note sull’improvvisazione italiana: chitarre in cerca di un paesaggio

I contenuti emotivi della musica possono essere paragonati ad una lavagna scolastica, in cui sono rappresentati come punti raggruppabili in aree o talvolta raggiungibili tramite ponti. Ogni punto esprime una sensazione, un'immagine creata dalla...

Notizie

Addio a Peter Eötvös

La morte non ci dà tregua. Un addio a Peter Eötvös, che in un mio articolo del 2015 ho definito compositore dei 'movimenti cosmici'....

Maurizio Pollini