Clarence Barlow

0
237

Microcosmo complesso quello di Clarence Barlow. Tanti riconoscimenti per le sue ricerche, una unamime certificazione di stima degli ambienti accademici che purtroppo non ha varcato molto la soglia delle aule e delle citazioni nei libri di elettronica. Nato a Calcutta da genitori indo-inglesi, Barlow si è ben presto trasferito in Inghilterra, studiando musica elettronica ed entrando nella considerazione di Eimert, Zimmermann e Stockhausen a Colonia. Redigere un ritratto di Barlow è cosa difficile da fare in poche parole e soprattutto coinvolge materia tecnica poco comprensibile per il fruitore musicale non formato sul punto; mi limito solo a ricordare i suoi approfonditi studi sulla metrica e sulla quantificazione delle “consonanze”, con algoritmi inventati da lui*; sulla tecnica della synthrumentation, un neologismo tra sintesi assistita al computer e strumentazione, ossia la possibilità di generare una corposa spirale sonora ottenuta tramite l’elaborazione di una linea melodica iterativa, sfruttabile poi per gli strumenti acustici; la ricognizione dei processi di sonificazione delle immagini attraverso dei precisi riferimenti instaurabili tra colori, suoni, velocità e movimento.
Negli anni settanta sono pezzi come Relationships for melody instruments o Çoglu Otobüs İşletmesi che supportano le sue analisi in maniera definitiva ed eliminano i dubbi della critica musicale sulle iniziali, multiple sfaccettature stilistiche intraprese dal compositore (romanticismo, serialismo, il mantra di Stockhausen) prima di inoltrarsi nelle inclinazioni matematiche associate alla musica. Non bisognerebbe mai dimenticare che, nonostante Barlow sia stato perennemente ricordato per lo sviluppo dei software e gli intrighi della composizione assistita dal computer, egli era un compositore che voleva riversare i risultati della sua ricerca nella comunità della musica strumentale.
Un buon modo di fare la conoscenza di Barlow per i neofiti potrebbe essere Barlow: Musica Algorithmica, un’ampia raccolta di lavori per ensemble, orchestra, pezzi da camera e solista, che spazia in un’estetica complessiva coerente e solo a lui attribuibile.

RIP Clarence Barlow

_________________________________
Nota:
*chi vuole inoltarsi nelle rivelazioni di Barlow può farlo attraverso il testo Composing electronic music – A new aesthetic di Curtis Roads.

Articolo precedenteJavier Quislant: Sinuoso Tiempo
Articolo successivoFranco Degrassi: focus sulla sua musica e una conversazione
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.