Hugues Vincent

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foto tratta dai profili Facebook di HV, Maresuke Okamoto

Tempi duri per i violoncellisti improvvisatori. Dopo il grande Tristan Honsinger, una prematura scomparsa è quella di Hugues Vincent. Il violoncellista francese era da moltissimo tempo inserito nella vita giapponese sia musicalmente che affettivamente (1) e su queste pagine l’ho più volte citato in progetti esemplari fatti sia in Europa che in Oriente (principalmente Giappone e Taiwan), dove probabilmente era già diventato una piccola icona della free improvisation. Vincent si è formato alla scuola di Joëlle Léandre, era un improvvisatore capace, padrone assoluto dello strumento e ideale partner d’azione per chiunque volesse improvvisare con lui, ma il trasferimento in Giappone ha coinciso anche con un allargamento degli orizzonti improvvisativi, con ispirazione poetica, danza e action-painting irrimediabilmente comprensivi delle consuetudini improv di quel paese, forse sincretismi particolari che si sono evoluti grazie alla capacità di caratterizzare l’improvvisazione con torsioni, risonanze, inquietudini e momenti di pace (qui ti consiglio di vedere una sua esibizione fatta in un locale di Kyoto nel 2013 con fisarmonicista di supporto, painting e danza butoh). In sostanza, un violoncellista bravissimo e completo. Per un periodo di tempo Hugues ha anche usato dei supporti elettroacustici, lavorando su pedali di distorsione e su supporti fissi contenenti suoni e field recordings.
La stampa internazionale ricorderà certamente come vertice del percorso di Vincent la collaborazione con Morishige Yasumune, punto di incontro di due concezioni che offre tanti spunti visivi e musicali (vedi qui), ma io vi consiglio di andare anche a riascoltare altre cose che hanno dalla loro parte un’ottima registrazione:
-il ‘russian trio’ di Free Trees, tre strumentisti a corde con il contrabbassista ladimir Kudryavtsev e la violinista Maria Logofet (qui la mia recensione dell’epoca per Leo R.):
-il duo con il pianista Ryoji Hojito, in un CD chiamato Strange Days per la defunta ma benemerita Improvising Beings:
-tutti i lavori solisti di Hugues (Onkyo No Hako – Music for solo cello, Early Electro Acoustic Works e Cello Pieces, su composizioni di Labeuf e Iwase) che ne definiscono la caratura improvvisativa e una ricerca che poi si è arenata nel tempo.

RIP Hugues Vincent

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(1) La sua compagna è Kumi Iwase, musicista dedita al sax e clarinetto.

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.