Kamran Ince e la musica turca

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La Naxos pubblica in questo mese tre cd solo in download diretto del compositore turco Kamran Ince (1960) che arrichiscono il catalogo discografico finora, a dire il vero, un po’ scarno: l’artista nettamente sbilanciato nella sua produzione sul versante orchestrale, è attivo già dalla metà degli anni ottanta, riuscendo vincitore di premi importanti che hanno dato il via ad una serie di commissioni che non provengono solamente dal suo Paese d’origine. La Naxos (che aveva già pubblicato un cd con due sinfonie, la terza e soprattutto la quarta) pubblica un cd dove è contenuta l’ultima sinfonia composta, la quinta dedicata all’anniversario della squadra di calcio del Galatasaray che si unisce ad alcune validissime composizioni del passato per piccolo e grande ensemble, fatto che si ripete in un secondo cd in cui trovano sistemazione alcune delle sue migliori e più rappresentative composizioni come “Curve, Hammers and Whistlers, Istathenople e Strange Stone”. Il terzo cd “Music for a lost earth” invece contiene solo il lungo brano omonimo suddiviso in parti ed è un progetto “ambientale” in cui Ince affronta il tema della disfunzione mentale degli uomini di oggi e di come si possa creare un nuovo sentimento in un futuro nuovo mondo: ne esce fuori una accattivante composizione in suite che si accosta a certe prove di minimalismo ambientale che oggi sono di gran richiamo in Europa.
Ince si pone nella tradizione moderna della musica classica turca con un “senso storico” pregnante, più volte consacrato nelle sinfonie che ripropongono musicalmente pezzi del passato ricostruiti con grande aderenza: se nel passato gli scambi culturali tra musica classica occidentale e quella turca arrivavano dalla volontà dei compositori di completare il loro bagaglio musicale (penso ad Haydn o Mozart che si servivano in qualche caso del folklore tipico ottomano) dopo il 1900 la musica tradizionale turca si è occidentalizzata dando luogo a commistioni con i suoni popolari che ne facessero ricalcare il carattere “triste” e “mistico” (è segnalata da molte enciclopedie una sorta di gruppo dei cinque compositori turchi in voga in quell’epoca, allo stesso modo in cui esistevano le scuole nazionali europee). I compositori come Ince, sono dei “poliglotta” stilistici: pur ispirandosi al “sufismo” con la sua proverbiale tematica spirituale e alla canzone popolare turca, la composizione è un ibrido che prende in esame la tradizione corale occidentale, il minimalismo del dopoguerra ed in generale gli elementi essenziali della musica classica europea di tutto il novecento. Non sono molti gli autori che possono vantare un seguito in Turchia come Ince: sarebbero da menzionare compositori come Fazil Say, la cui produzione discografica però è basata soprattutto sul rifacimento personale del repertorio storico e quasi assente è lo spazio discografico dedicato alle sue composizioni, e il più sperimentale Evrim Demirel che unisce il patrimonio etnico alle rilevazioni di Schoenberg.

Discografia consigliata:-Symphony no 4, “Sardis”, Prague Symphony Orchestra, Naxos 2005 (composta nel 2000)
-Kamran Ince & Friends, Albany Records, 1999 (contiene quasi tutto il repertorio da camera scritto tra il 1983 e il 1997)
-In white, Present Music, Innova 2004

-Arches, sull’album “Fall of Constantinople”, Argo 1998 (anno comp. 1994)

 

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.