Robert Carty

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  Nella new age music o nell’ambient music molti musicisti si sono fregiati di specificare la tipologia indicando come “cosmica” la propria musica: se questo concetto è stato spesso usato secondo le teorie della relatività, in quanto ognuno era padrone di esprimere un suo “cosmo”, vi sono stati comunque musicisti che hanno interpretato il cosmo come un vero spazio di viaggio, fantastico, avventuroso, una immersione nella materia completa attraverso la musica, dove la valenza del viaggio stesso acquistava connotati tesi alla ricerca di una ragione, di un perchè della nostra esistenza. Tra questi musicisti il più vicino a questo soggettività tesa al benessere spirituale è Robert Carty: il musicista americano, diventato pian piano un eccellente esperto dei synths, ha impostato una carriera basata su un’indipendenza compositiva e discografica che può essere considerata storicamente la prima del genere. Carty aprì una sua etichetta, la Deep Sky Music nel 1994 e cominciò a sfornare dischi che erano totalmente ascoltabili tramite le pagine del sito “soundclick”), non commerciabili sul mercato discografico ed ottenibili solo dietra richiesta diretta. Carty è oggi un musicista di culto, che non ha spostato di una virgola il suo empasse strumentale e che nonostante la copiosa produzione (dovremmo essere a circa 63 dischi) continua a dimostrare che quella tipologia di visione musicale riesce a reggere nel tempo molto di più di quanto si pensi. In più con l’avvento della multimedialità, Carty si è arrichito anche di fotogrammi e filmati “visivi” espliciti. Non ci sono molte biografie sull’artista (Scaruffi, AllMusicGuide tra gli altri), sono comunque brevi, ma molto sull’artista è stato detto e scritto da un suo fan, Eric Meece che nel suo sito interamente dedicato alla filosofia new age e alla sua musica (vedi per Robert la pagina http://philosopherswheel.com/carty.htm), ha recensito passo per passo tutta la sua discografia e glorificato alcuni dei suoi albums come fondamentali della storia di quella musica. Oggi Carty sembra cominciare a sposare i sistemi di ascolto e download diretto delle netlabels (vedi “Photonic Movements” per la Earth Mantra o il recentissimo e valido “Ecoroots” per la Ping Things net), allargando la distribuzione anche ad enti musicali molto seguiti come Bandcamp in cerca probabilmente di una maggior audience. Sta di fatto che Robert è stato qualcosa di più di un semplice ripropositore della cosmicità dei Tangerine Dream, sebbene quella fu il suo punto di partenza: la sua ambient music contemplativa ha creato un suo marchio di fabbrica facilmente riconoscibile, pochi artifici di synth, di ritmica sampler e una texture fine e penetrante per associare l’idea di quel viaggio sonoro, l’ambient “soundscape” di cui si parlava all’inizio. La bellezza della musica di Robert sta in quegli intrecci sonori misti tra fluttuazioni elettroniche e melodie che evocano sogno onirico e benessere estatico.
Discografia consigliata:
Natural wonder, 1992/ High Meditions, 1996 / Horizons call, 1996 / Nagual heart, 1997 -Silent dream, 1997/ Life Rhytms, 1997 / Spectrums, 1997 / Timeless, 1998 / Serotonin Ashram 2000 / Ethereal desert, 2003 / Oceanic space, 2005/ Starlight vol. 1, 2008 / Paradise Earth, 2011, tutti per la Deep Sky Music + Photonic Movements, Earth Mantra 2011

 

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.