Assegnati i Leoni della Biennale di Venezia 2023

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Brian Eno - ph. Cecily Eno

La direzione della Biennale di Venezia ha scelto di premiare quest’anno Brian Eno con il Leone d’Oro e Miller Puckette con il Leone d’Argento. Devo dire che la scelta di Lucia Ronchetti e il suo staff mi sembra coraggiosa perché interrompe un circolo di alimentazione dei vincitori che andava solo a beneficio di artisti con riconosciute e solide basi nella composizione contemporanea, intendendo con essa la tradizionale parte colta del dopo guerra (dall’atonalità fino alla tecnica estensiva dei giorni nostri). In verità, questa scelta non solo proclama un necessario allargamento delle maglie definitorie della composizione contemporanea, ma è anche un modo per far emergere figure fondamentali della musica che servono idealmente al lavoro dei compositori classici: le teorie generative di Brian Eno e la tipologia della sua ambient music* sono eredità che oggi circolano nell’idea creativa di molta composizione classica (penso a tanti compositori o musicisti che sposano le concezioni sulla germinazione cellulare delle strutture compositive, oppure anche ai minimalisti o riduzionisti della musica), così come le intuizioni di Puckette stanno aiutando in maniera decisiva i compositori nel loro lavoro, nell’utilizzo del software che è nutrimento e ausilio per la loro scrittura (nel caso di Puckette il Max/Msp e il Pure Data). Il consiglio d’amministrazione della Biennale ha accolto così la proposta di Ronchetti di istituire un festival Micro-Music, incentrato sul fascino e la ricchezza del suono digitale.

In verità Brian Eno era già passato nei palinsesti di Venezia molti anni fa, all’apice del successo della sua ambient music e delle sue installazioni: nel 1985 partecipò alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia, nella sezione Video Musica con Thursday Afternoon, un video painting con musica, regia e sceneggiatura dell’inglese e doppiò l’anno successivo con la scultura visiva di Installazione di suoni, luci e video presentata all’Esposizione di Arte e Scienza nella sezione biologia, tecnologia e informatica; nel 2006 fu finalmente la volta della Biennale musicale che accolse una sua video installazione intitolata Painting like Music, finestre luminose con dipinti astratti e una croce a più livelli di inquadratura con dipinti in variazione cangiante (vedi qui un video amatoriale).
La motivazione di Lucia Ronchetti per la dispensa del premio si aggrappa alle provvidenze immersive degli spazi creati dal musicista e compositore inglese e ai suoi effetti drammaturgici indiretti:
“…Il lavoro compositivo di Brian Eno è dagli esordi concepito quale processo generativo che evolve secondo una dimensione temporale potenzialmente infinita, anticipando molte delle tendenze compositive attuali legate al suono digitale. Lo studio di registrazione concepito come meta-strumento compositivo, regno di elaborazione, moltiplicazione e montaggio di frammenti sonori registrati, simulacri acustici, oggetti sonori autonomi, ha permesso a Brian Eno di creare spazi elettronici immersivi che si trasformano e permeano la realtà acustica nella quale siamo immersi, modulandola secondo drammaturgie sempre cangianti. Concependo la musica registrata come un immenso archivio di frammenti infinitesimali di suoni, infinita palette acustica disponibile per i compositori,  mise en abyme della storia musicale, la musica generativa e ambientale è pensata da Brian Eno come la creazione concettuale di un seme, capace di svilupparsi, piuttosto che come un albero già progettato intutti i dettagli, invocando la nascita di un paradigma compositivo ispirato alla biologia piuttosto che all’architettura, capace di auto-evolvere e generare costantemente nuovi paesaggi sonori…”.
La direzione del festival avverte che Eno sarà sul palco del Teatro La Fenice il 21 ottobre con la prima esecuzione assoluta di Ships, una composizione multidisciplinare che impegnerà la Baltic Sea Philarmonic diretta da Kristjan Järvi, l’attore Peter Serafinowicz, il collaboratore storico e chitarrista Leo Abrahams, il software designer Peter Chilvers, in interazione con le atmosfere orchestrali diffuse ed elaborate per lo spazio acustico del teatro. Attorno a Brian Eno ruoterà l’installazione generativa di video arte Nothing Can Ever Be The Same del regista Gary Hustwite con apporto dell’artista digitale britannico Brendan Dawes, 168 ore di musiche, arte, e altro materiale documentario di Brian Eno utile per costruire un’immensa tavolozza di suoni e immagini re-interpretati da un software generativo sviluppato appositamente per l’occasione.

Miller Puckette – ph. Miles Rosemire

Per Miller Puckette, Leone d’argento, Ronchetti motiva il premio acclarando alla radice le possibilità offerte dal docente e sviluppatore grafico per la composizione:
“…Max/Msp, creato da Miller Puckette alla fine degli anni ’80, è stato concepito come ambiente informatico per la realizzazione di opere di musica elettronica dal vivo, per controllare installazioni sonore, creare strumenti musicali virtuali, elaborare suoni in tempo reale nelle performance strumentali, generare suoni digitali e composizioni per computer ed è diventato uno dei programmi più usati dai compositori e performer attivi di tutto il mondo, influenzando lo sviluppo compositivo della musica elettronica e dell’elaborazione del suono in tempo reale delle successive generazioni di compositori. Pure Data consente a musicisti, artisti visivi, performer, ricercatori e programmatori di creare software attraverso patches grafici e può essere utilizzato per elaborare e generare suoni, video, grafica 2D/3D e come interfaccia di sensori, dispositivi di input e MIDI…”.
Puckette sarà a Venezia il 19 ottobre con una performance assieme alle percussioni di Irwin (il comunicato non precisa…suppongo Kathryn?), dialogherà con la musicologa Nina Sun Eidsheim e sarà giudice di commissione per la selezione degli artisti della Biennale College Musica.

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Nota:
*ho parlato specificatamente di Brian Eno in due articoli: per un profilo nel lontano 2010 (leggi qui) e per la recensione del libro di Marco Calloni (leggi qui).