![Michael_Wollny_Deutschordensmuseum_02](https://www.percorsimusicali.eu/wp-content/uploads/2012/06/Michael_Wollny_Deutschordensmuseum_02-696x464.jpg)
Pluricensito da parecchia critica ed artista di punta dell’Act Records, il pianista tedesco Michael Wollny è considerato oggi da alcuni come la più grande personalità della Germania jazzistica dai tempi di Albert Mangelsdorf (vedi l’Hamburger Abendblatt), e musicisti importanti come Joachin Kuhn o Heinz Sauer si sono impegnati a suonare e registrare con lui.
Pianista emerso tra i migliaia di emuli di Keith Jarrett, Wollny mette assieme molte delle caratteristiche del pianista americano ma certamente non ne ha la stessa visione e traiettoria: a dir il vero, Wollny sta gradualmente costruendo la sua strada artistica: i lavori con Sauer, impostati verso la ricerca di un punto di equilibrio tra jazz e europeismo classico, non davano particolari segnali di innovazione, così come quelli con Kuhn (suo maestro) non permettevano di distinguere appieno le caratteristiche pianistiche del Wollny progettuale. Sarà l’esperienza degli Em e i suoi lavori solisti che ne evidenzieranno le prospettive.
Wollny (classe 1978) ha pubblicato recentemente il quinto lavoro con il suo trio [Em], composto dalla bassista Eva Kruse e il batterista Eric Schaefer, un trio che ha riscosso notevoli consensi per il suono variabile che mescolava mainstream jazz con base ritmica “dinamica” nell’ottica dei gettonati e moderni trii degli ultimi anni (es. Mehldau o Svensson, nella parte musicale più obliqua); “Gorilla biscuits” in particolare costituiva il loro biglietto da visita, un tentativo più spinto di addentrarsi nei territori del rock o di alcune derivazioni della dance music, in una compenetrazione che molti musicisti hanno tentato negli ultimi anni. L’Observer Music scriverà su di lui “….The pianist and his Berlin-based band nodded to hip hop and drum’n’bass while fizzing with the energy of experimental rock: this is the future sound of jazz.…..”. “Wasted and Wanted” prosegue questo lavoro di mescolamento, dove le qualità pianistiche devono essere messe a disposizione per il raggiungimento di un risultato d’assieme. E’ il suo modo di concepire la contemporaneità tra slanci misurati di pianismo obliquo del novecento e ritmica moderna.
Una vera e propria parentesi nella sua discografia, Wollny l’ha avuta quando ha deciso di esplorare le relazioni del mistero tra pianoforte e strumenti equivalenti (clavicembalo, celeste) in “Wunderkammer”, lavoro in duo effettuato con l’ausilio della clavicembalista Tamar Halperin, un lavoro “sonico” giocato su splendide sottigliezze dei toni alti degli strumenti.
Discografia consigliata:
-[Em] II, Act 2006
-[Em III], Act 2008
-Piano Works VII, Hexentanz, Act 2007
-Wunderkammer, Act 2009