Human pieces

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Qui si tratta dell’incontro di quattro musicisti che non hanno mai collaborato tra loro e che tentano di unire le loro sensibilità per variare le tonalità emotive della musica proposta: ecco in breve il nuovo progetto uscito da poco per l’etichetta britannica Leo Records, che vede Tonino Miano al pianoforte, Brian Groder alla tromba, Riccardo Grosso al contrabbasso e Francesco Cusa alla batteria, unirsi in Human Pieces.

Di primo acchito l’intesa tra i quattro si regola sulla propensione, ricordando in questo la pittura di Francis Bacon, a sfuggire i clichés, come ricorda il filosofo Gilles Deleuze:
”…È quando la probabilità ineguale diventa quasi una certezza che posso iniziare a dipingere. Ma a quel punto, una volta che ho iniziato, come fare perché quanto dipingo non sia un cliché? Bisognerà eseguire prontamente dei “segni liberi” all’interno dell’immagine dipinta, per distruggere in essa la nascente figurazione e dare una possibilità alla Figura, che è l’improbabile stesso. Questi segni sono accidentali, “a caso”, ma è evidente che qui la stessa parola “caso” non designa più in alcun modo delle probabilità, bensì un tipo di scelta o di azione senza probabilità. […] Riguardano solo la mano del pittore…”

La fluidità caratterizza l’intero bilancio della proposta, la musica che si ottiene assume le forme più disparate.  Le linee tematiche si esprimono con una calma inusuale (Neon Eyes) ripetendo piccole cellule tematiche, rallentando il ritmo. L’operazione collima con il concetto di musica del batterista Milford Graves: ”…va regolata nell’atto stesso della sua creazione. Come la vita si realizza a ogni istante in maniera sempre nuova e fresca, cosi deve avvenire per la musica…

Miano si caratterizza per il suo approccio percussivo che si mantiene in una continua indecisione tonale corroborato dalla tromba di Groder che in ogni traccia pare essere lo strumento trascinante.
Human Pieces vede Cusa aprire il brano con un lento flusso su cui piano e tromba si inseriscono. Dalle battute iniziali cupe e cerebrali, con l’entrata in campo del contrabbasso, la solidità del brano esplode  in un trascinante vortice di reiterazioni di concetti.
In Twenty fingers in a Pond una debordante energia scaturisce dal piano di Miano, dal timbro sottile e ricco, si coglie l’amore per il pianismo di Cecil Taylor, ma le geometrie delle linee melodiche sono più esatte e spigolose, denotano un approccio più lucido.
La tradizione bop si riconosce e si disperde confusamente in più di un brano, Skittles Heavy incorpora il blues e le le tonalità emotive sfociano in parossismi esasperati complice la batteria convulsa e spietata. Bellissima la ripresa del chorus.
In Nails in the Sky piano e batteria reiterano piccole frasi ritmico-melodiche, consentendo alla tromba di Groder di dispiegare un lirismo trattenuto, quasi involontario.

Questa musica fluttuante che rimodella il suono riattualizza la tradizione del free jazz, come ricorda Davide Sparti: ”…Il free jazz in genere riabilita le tessiture musicali e le sonorità a scapito della purezza formale e strutturale, ponendo l’enfasi sull’intensità e la coloritura sonora quale principio su cui costruire l’improvvisazione…”.
Non si tratta di riprendere la lezione del free jazz ma di comprenderla nuovamente, di esaltarne alcuni aspetti senza quell’urgenza originaria ma seguendo una visione postmoderna, giocosa con la consapevolezza del proprio ruolo di musicista.
L’intento in questo senso ci pare riuscito, la rabbia e l’urgenza, che caratterizzavano il free jazz storico,  lasciano spazio ad un approccio ludico che permette di evidenziare dei comportamenti omogenei e descrivere con maggior coerenza la contemporaneità.

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Nicola Barin è un appassionato di musica jazz e di cinema. Dal 2008 sino a Dicembre 2017 ha condotto il programma di musica jazz "Impulse" per l'emittente radiofonica Radio Popolare Verona. Dal 2016 conduce, per la radio web www.yastaradio.com, il programma di musica jazz "Storie di Jazz". Collabora inoltre con i magazine on-line: www.jazzconvention.net, www.distorsioni.net, www.traccedijazz.it e con la testata giornalistica www.sound36.com. Scrive inoltre per il sito della rivista musicale Jazzit, www.jazzit.it. In passato ha stilato diverse interviste per la testata giornalistica on-line Andy Magazine confluite nel progetto "My Life/My Music", curato dal critico musicale Gianmichele Taormina, che indagava i protagonisti del jazz italiano.