Tra gli italiani che si sono costruiti un futuro all’estero c’è certamente Federico Visi. Vive a Berlino ed ha fatto già un sacco di strada con tecnologie avanzate, musica e pubblicazioni accademiche. C’è anche una pagina youtube dove Visi ha caricato le sue esperienze su sintesi granulare, machine learning, interfacce MIDI e sensorialità di movimento, dove si espone in prima persona, anche come interprete. Uno dei suoi più recenti indirizzi sta nella performance telematica a distanza e nella creazione del Sophtar, uno strumento a corda con machine learning incorporato e possibilità di avere feedback collegati in rete: questi scenari sono stati studiati grazie ad un progetto svolto con la Luleå University of Technology in Svezia e si inseriscono nell’ottica di una rappresentazione musicale effettuata da musicisti posti in località differenti e lontane che suonano assieme grazie ai mezzi telematici. Nel Gennaio del 2021 Visi ha relazionato due organi situati ad Pitea ed Amsterdam con l’ausilio di un quartetto di musicisti (il TCP/Indeterminate Place quartet composto da Robert Ek, Stefan Östersjö, Mattias Petersson e lo stesso Federico Visi) e di alcune tecniche di esecuzione che, nella terminologia di Visi, sono ideali per la creazione di un hyper-organo con performers collegati attraverso una rete internet (vedi qui la performance).
Oggi il collegamento si riproporrà tra Berlino e Amsterdam con l’aggiunta del Sophtar. Sulla sua pagina facebook Visi annuncia che:
“Il quartetto TCP/Indeterminate Place (noto anche come TCP/IP: Robert Ek, Stefan Östersjö, Mattias Petersson e Federico Visi) eseguirà un concerto telematico con iperorgani collegati in rete da due meravigliose località di Berlino e Amsterdam. Il quartetto si dividerà in due: Stefan e Mattias saranno ad Amsterdam all’Orgelpark per l’International Orgelpark Symposium, mentre Robert e io saremo alla Kapelle der Versöhnung (Cappella della Riconciliazione) a Berlino. Entrambi i luoghi ospitano splendidi organi a canne che possono essere controllati a distanza. Il quartetto interagirà con loro in diversi modi, nessuno dei quali implica suonare una tastiera convenzionale. Collegheremo le due sedi in modo che audio e dati di alta qualità possano essere scambiati in tempo reale, permettendoci di esibirci insieme in due luoghi diversi. Questo concerto in rete “doppio duo” è un evento speciale che fa parte di un progetto di ricerca condotto dal cluster di ricerca GEMM))) (Gesture Embodiment and Machines in Music) presso l’Università di Tecnologia di Luleå e finanziato dal Consiglio di ricerca svedese…”
Quanto allo strumento Sophtar, Visi ci dice che:
“Il concerto sarà anche il debutto dal vivo del Sophtar, un nuovo strumento su cui sto lavorando da tempo in collaborazione con Sukandar Kartadinata. È uno strumento a corda da tavolo con un sistema integrato per l’elaborazione del segnale digitale, il networking e l’apprendimento automatico. È dotato di un manico con tasti sensibili alla pressione, due casse armoniche e funzionalità di feedback controllato tramite elementi di interfaccia su misura. Per questo concerto ho lavorato su come comunicare con l’organo a canne della Kapelle der Versöhnung. Mi sono concentrato su gesti sottili che fondono dinamicamente l’ampia varietà di suoni che i due strumenti possono produrre. Devo dire che sono piuttosto entusiasta di questo e sto ancora esplorando cosa possono fare i due strumenti insieme (vedi qui un trailer sul sophtar).
Visi apre un campo d’azione per la musica che ha potenzialità enormi. Collegare in rete i musicisti e renderli capaci di controllare strumenti a distanza è qualcosa che implica una rivoluzione nella preparazione dei musicisti, costretti a dover apprendare nuovi approcci sulla strumentalità e sviluppare un senso della ‘presenza’ mai sperimentato prima. C’è una logica terminologica nella denominazione del quartetto TCP/IP, dove per TCP ci si vuole riferire alla combinazione di Telepresence e Copresence, che diventa in neologismo Tele-Copresence, l’essenza delle sperimentazioni di Visi; mentre con IP si indica Indeterminate Place, ossia l’esperienza di insieme fatta in spazi virtuali mediati.