Giulio Gualtieri: …empreintes, signatures…

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Una veloce riappropriazione mnemonica delle gesta dell’astrattismo pittorico ci consegna una nuova modalità dell’espressione. Quando a cavallo degli anni cinquanta del novecento Pollock metteva fuori gioco pennelli e sensazioni di certezza delle raffigurazioni, il pittore americano pose anche evidenza allo scorrere delle traiettorie ottenute attraverso lo sgocciolamento, linee, impronte o sequenze di pigmenti dalla natura casuale; si capì che un nuovo metodo di espressione era nato, disponibile per la comprensione delle tensioni e intensità delle forze. Ciò che viene fuori è quindi un nuovo concetto di ‘linea’, ‘impronta’, ‘traccia’, che raccolgono un’eredità artistica e filosofica nell’area di una nuova coerenza delle arti astratte, qualcosa che naturalmente si trasferisce anche nella musica.
Per il compositore Giulio Gualtieri (1965) l’approccio all”impronta’ o alla ‘traccia’ sembra molto importante. E’ una questione di stile. Lo dimostra una monografia che è stata appena pubblicata da Stradivarius e che insinua fin dalla sua titolazione un

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.