Il Caino e Abele di Grifa

0
374

Posto che ancora oggi c’è una diatriba tra coloro che vedono la musica come un’arte astratta e quelli che invece la pensano come linguaggio, va da sé che l’organizzazione sistematica del musicista debba far riferimento comunque a dei principi cognitivi ed estetici. Nel flusso mutevole della musica c’è sempre una riflessione portata dai suoni, una caratterizzazione che fa luce sui contesti e sulle direzioni volute. E’ quanto si è sempre proposto di fare anche Christian Grifa nelle sue recenti composizioni/esecuzioni, conscio che la parte più sperimentale della sua prospettiva musicale debba essere relazionata ad un archetipo assorbito nel profondo: la visuale religiosa, il fascino della creazione divina comprensiva del significato delle scritture cristiane, il senso di appartenenza ad una terra mistica, sono elementi che possono essere trasferiti nelle tendenze attuali della musica sfruttando le intuizioni più audaci del Novecento. Lungo l’asse, probabilmente perpetuo, originato nella musica da John Cage, Grifa ha tratto il “fardello” delle preparazioni e del gioco percussivo dei pianoforti, qualcosa che si ripete ancora in Cain and Abel: War Dances for Prepared Piano; la storia dei due fratelli della Bibbia è ancora molto attuale se la rapportiamo a quanto succede in alcune parti del mondo (ucraini e russi hanno lo stesso sangue, così come israeliani e palestinesi) e Grifa la prende come la testimonianza del primo rancore umano subordinato all’omicidio. Ho potuto assistere alla prima dell’intero pezzo nella sala Auditorium posta all’interno della nuova chiesa consacrata a Padre Pio a S. Giovanni Rotondo, per potermi accorgere di tutto quello che ruota intorno a quest’opera di Grifa, in particolare la disposizione delle preparazioni sui tasti e nella cordiera interna (sulla quale giaceva un tamburello che ne modificava il timbro): le pulsioni della musica si svolgono al solito dando fondo a tutte le energie sulla tastiera e, come succede sempre nella musica concertistica di Grifa, si ha sempre l’impressione di un virtuoso del piano che scorre veloce e determinato sul suo strumento ma con protrusioni sonore alquanto differenti; la visione del Cain and Abel di Christian ha una parvenza filmica ma è anche pura sperimentazione, non ha nulla da concedere alla retorica, e tende a creare sull’intero strumento pianoforte (tastiera, parti interne e oggetti) una sindrome emotiva che possa ricreare i principali sentimenti collegati alla diatriba biblica. Molti degli eventi musicali presentati da Grifa sono notifiche ancestrali, subdole isole di attesa, eredità di sentimenti oscuri e il suo compito è quello di mettere d’accordo storia (forse anche storiografia) e la meccanica dell’attuale sentimento, tanto vivo e tanto neutrale allo stesso tempo. Tante soluzioni si trovano lungo il percorso (da tastiera e da strofinamento) con un’evidente varietà di cambiamenti del timbro, è un pianoforte che si evolve sotto l’effetto di un leit motiv, un canone particolarmente azzeccato che accompagna (‘ossessiona’ direi) Grifa da molto tempo. In sostanza nelle tecniche estese si ottiene lo scenario voluto (1).

Cain and Abel, perciò, è un’ottima rappresentazione del Grifa che imposta con un orecchio ‘eletto’ l’intera vicenda dei due fratelli e del sacrificio di Abele, qualcosa che può rigenerarsi secondo suoni moderni. Grifa è titolare di una qualità che forse è stata esperita dai neoclassici del ventunesimo secolo, portando nelle sale dei concerti classici un’ulteriore elaborazione del messaggio cageano: esistono tanti mondi sonori quanto sono infinite le creatività umane e le simbologie sonore, di qualsiasi provenienza esse siano, sono associazioni di cui tener conto per riconoscere che la vita è anche casualità.

_______________________________
Nota
(1) Vedi qui il trailer esplicativo dell’opera su Cain and Abel, commentato da Grifa e rapportato a quanto già fatto in precedenza con Inno alla Terra.

Articolo precedenteJoão Madeira
Articolo successivoRib Trio-Rome Open Music Experience, Aleatoric Music in Rome 1955-2023
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.