A caccia di navigazioni notturne

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Nell’ambito delle attività del Centro d’Arte di Padova, svolte in collaborazione con il Sound and Music Processing Lab (SaMPL) e i Conservatori di Padova e Venezia, venne organizzata nel novembre del 2017 una sortita nella musica di Salvatore Sciarrino: focalizzando l’interesse sul tema del “notturno”, si ebbe evidenza di un corridoio stilistico del compositore siciliano, potenziale materia di approfondimento. Dopo le esecuzioni della nota serie dei suoi Notturni, l’attenzione venne riversata sull’accrescimento strumentale (4 pianoforti) e la loro distribuzione spaziale; Sciarrino, per l’occasione, si impegnò nella rivisitazione di La navigazione notturna, un pezzo che aveva iniziato a scrivere nel 1985, ma poi lasciato in sospeso. La giornata di Padova ebbe in carico la prima di La navigazione notturna, ma quella sede fu testimone di ulteriore creazione, dal momento che Sciarrino ebbe a cuore un’idea di sovrapposizione strumentale, organizzata sui quattro pianoforti (la composizione che ne deriva è Altre notti). In un momento in cui il problema del viaggio migratorio assorbe l’opinione pubblica forse come non mai, nella scaletta elaborata all’Auditorium di Padova, si prevede anche un ripescaggio musicale/letterario tratto dalla sua opera Perseo e Andromeda del 1990, nella parte delle Due Arie Marine, costruite per mezzosoprano e sintesi real time (con l’intervento di Alvise Vidolin).
Questo importante spaccato della composizione di Sciarrino lascia spazio ad un paio di considerazioni: la prima ha a che fare con una delle caratteristiche basilari della musica di Sciarrino, da sempre alimentata dall’autore, basata sull’esplorazione degli effetti percettivi e psicologici prodotti dalla musica di fronte ad una specifica combinazione di soluzioni timbriche non convenzionali; ciò equivale a dire che è impossibile nella musica di Sciarrino non rinvenire una pregnante attività cognitiva che si relazione con il contenuto estetico; il compositore ha creato delle sub-zone di analisi fenomenologiche dell’ascolto, che si muovono nelle strutture timbriche ideate, giustificando l’instaurazione di un pensiero specifico, sia poetico che filosofico e questo è successo senza ricorrere all’estensione o soluzioni inibitorie del pianoforte, così come da lui stesso affermato: “…snaturare lo strumento non mi interessa, sarebbe come snaturare l’umanità dell’uomo….“.
Nell’ambito della composizione al pianoforte Sciarrino ha costruito tantissimo, riorganizzando una concezione sulla materia che è tutta da scoprire nei due grandi blocchi di analisi da lui creati, dapprima con le 5 Sonate e altri pezzi concisi (con un raggio di azione temporale che va da metà settanta ai primi novanta, apprezzabile discograficamente nel Complete Piano Works di Damerini), primo blocco con cui ha rinnovato la citazione, ha creato l’equivalente musicale dell’illusione ottica e coltivato i metodi di Jean Marc Chouvel; poi nel ’98, proprio con il blocco relativo alla materia dei Notturni (con la scia aggiuntiva dei 2 Crudeli nel 2001), l’indagine timbrica ha incontrato l’anima inquieta della citazione, il moto del nervosismo che lotta con l’attesa delle prospettive dell’inconscio (discograficamente si può far riferimento a quanto fatto da Ciro Longobardi in Nuit). In sostanza Sciarrino è passato dall’anamorfosi alla crudeltà della relazione estetica.
L’esibizione di Padova è la massa sonora che ha dato origine alla pubblicazione di La Navigazione Notturna, cd per Stradivarius R. in cui compaiono la title trackAltre Notti e le Due Arie Marine (quindi al netto dei Notturni) con in più Il giardino di Sara, una composizione per ensemble che Sciarrino scrisse nel 2008 come commissione francese per l’Ensemble Accroche Note, e qui affidata all’Ex Novo Ensemble. I pianisti chiamati alle esecuzioni sono Alfonso Alberti, Fausto Bongelli, Anna D’Errico ed Aldo Orvieto, quest’ultimo in veste anche di profondo intervistatore di Sciarrino nel libretto interno che accompagna il cd (l’intervista sostituisce le note di commento critico), mentre Alda Caiello è il favoloso mezzosoprano che conduce la solitaria disperazione di Andromeda nelle Due Arie Marine.
E’ abbastanza intuitivo pensare che in tutte le composizioni citate la linea generale sia quella della volontà di intercettare la sostanza emotiva del viaggio e misurare costantemente il polso della situazione di esso, tramite strutture musicali create e pensate per un trapasso funzionale: Sciarrino è un magnifico “egoista” esploratore delle profondità emotive dei suoni, soprattutto quelli che necessitano di un’identità e di una redenzione, e non gli è bastato impostare una tratta musicale per evidenziare un cambio di rotta, perché egli ha cercato di addentrarsi anche nell’esperienza di una rotta oscura, come lo psicologo che documenta le ansie del suo paziente e poi gli assegna una valutazione, che è anche un finale. E’ drammaturgia moderna, dove “…tutto respira e affiorano le emozioni…” (Sciarrino, interno del cd, in una risposta ad Orvieto).
Per coloro che conoscono poco Sciarrino, questo cd può essere un’ottima introduzione al suo mondo, la cui apparente complessità è virtù dell’intelligenza e della coscienza critica di un genio della musica.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.