Ci sono festival dell’improvvisazione che scivolano via senza molto clamore. Nel 90% dei casi sono certamente i migliori. In Italia la free improvisation è sempre vista con occhio sospetto e raccoglie un pubblico limitato ed eletto, con struggimento di coloro che in modo temerario si adoperano per renderne visibili gli istinti e le novità: siamo di fronte ad un tabù che si spera che prima o poi venga abbattuto, ma allo stesso siamo incredibilmente dalla parte giusta della direzione musicale, un’àncora di salvezza in mezzo ad un oceano inquinato.
Per la quinta edizione del A Love Supreme, festival dell’improvvisazione libera diretto da Francesco Cigana a Padova, continua ad esserci la stessa filosofia distillata dal batterista, ossia quella di suscitare una ‘dimensione’ riflessiva oltre il semplice ascolto, con concessione di uno spazio importante ai giovanissimi musicisti italiani che si esibiscono quasi esclusivamente nelle prossimità dei presbiteri o di punti ben precisi delle chiese di Padova e dintorni (così è stato a S. Caterina, a S. Francesco a Schio): essi forniscono un connubio all’apparenza dissociativo tra le libertà musicali e i luoghi sacri, ma che invece per acustica e significati funziona benissimo.
Quest’anno un grosso aiuto è venuto oltre che dalla Fondazione Peruzzo anche dall’Associazione Gemma, un laboratorio culturale padovano formato da musicisti, artigiani, urbanisti e architetti, presieduto da Agnese Amico, violinista che è stata tra le prime perle del festival qualche anno fa: sarà la nuova chiesa di S. Agnese di Padova ad ospitare i 4 concerti che sono previsti e che vedranno le esibizioni di Giulia Cianca Trio l’8 maggio (la bravissima cantante fa trio con Marco Colonna e Fabrizio Spera), di Mario Gabola il 15 maggio, di Cigana in duo con Luca Perciballi sotto denominazione Maorooro il 22 maggio e del duo Alessio Del Checco e Stefano Grasso come Too Seriously Committed People il 29 maggio.
Gli eventi padovani vanno presi sul serio. Con ragionevole certezza si può dire che dal A Love Supreme sono passati alcuni dei più bravi giovani improvvisatori italiani degli ultimi dieci anni: oltre a Cigana e Amico, hanno prodotto performance eccellenti Francesca Naibo, Michele e Tobia Bondesan, Luca Perciballi, Eloisa Manera, Simone Di Benedetto, Francesco Ganassin, Jacopo Giacomoni, Luca Sguera, Nina Baietta, Riccardo Matetich, Valentina Fin, etc; in aggiunta si sono esibiti improvvisatori vicinissimi al festival per convinzioni politico-musicali o per stimolo alla ricerca (Colonna, Zanuttini, Massaro e Pellegrino) e sono stati sviluppati laboratori e seminari con la partecipazione di gente come Schiaffini e Cosottini (1).
Cigana ha un profondo ideale politico che si riassume in una lotta contro le convenzioni e contro qualsiasi forma di oppressione; vuole far posto nelle coscienze, stimolare la riflessione e la comunità, veri pilastri di qualsiasi società che vuol reggersi in piedi nel tempo. La mia contentezza sta oltre che nella segnalazione dell’iniziativa padovana, anche nell’aver dato luce ad un pool di artisti su cui si sono proporzionalmente fondati i palinsesti editoriali di Percorsi Musicali, con piena e reciproca soddisfazione.
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(1) L’attività precedente del festival, con i suoi accattivanti concerti, è ampiamente consultabile tramite la pagina facebook e Youtube del festival.