Jacopo Baboni Schilingi & Christian Lavernier: Wolf 1069

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Si dice che uno dei grandi problemi della musica classica contemporanea è quella di far fatica nel fornire nuovi ‘manifesti’ d’intenti, raggruppamenti di compositori che concentrano la loro creatività e ne espongono il lato innovativo come avvenuto nel passato. E’ un problema dibattuto quello dell’innovazione musicale che qui non prendiamo in esame. La domanda che ci facciamo è: esistono aree della composizione che si muovono con regole comuni, alimentate da un ‘manifesto’ d’intenzioni che influisce su metodi ed atteggiamenti musicali? La risposta affermativa arriva dal compositore Jacopo Baboni Schilingi che sul travaglio della musica attuale e la possibilità di ritornare ad esposizioni programmatiche ha fatto tante riflessioni, confluite in un libro che vi ho presentato su queste pagine assieme ad una lunga intervista (1). A proposito della sua

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.