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Poche note sull'improvvisazione italiana

Rubrica mensile condotta da aprile 2014 a giugno 2019 sull’improvvisazione in Italia, con o senza idioma jazz. Le selezioni musicali (CD pubblicati in contemporanea tempistica degli articoli) sono state curate rispettando un piano di argomentazioni di natura estetica, con lo scopo di creare spunti validi per delineare in prima approssimazione plurime aree di approfondimento dei contenuti trattati, oltre che a fornire una sintesi dell’universo musicale italiano.

Poche note sull’improvvisazione italiana: dimenticatevi l’armonica di Thielemans!!

Quello che spesso non viene sottolineato nell'improvvisazione libera è che essa è attuabile su qualsiasi oggetto, oltre quelli appositamente fabbricati dall'uomo per suonare: la relazione con il mondo dell'inanimato può giocarsi su qualsiasi livello...

Poche note sull’improvvisazione italiana: 3×3, improvvisazioni in trio (terza parte)

Il mondo è costellato di tanta bella arte. Uno splendido dipinto di Luisa Rivera è la destinazione della copertina di Undergrowth, un cd/digitale del trio composto da Walter Forestiere (percussioni ed oggetti sonici), Francesco...

Poche note sull’improvvisazione italiana: transiti

Una parte del cartellone del festival di Fano Jazz by the Sea ha avuto un interessante indirizzo sotto la rubrica Exodus Stage: gli echi della migrazione. Invitando artisti musicalmente sensibili all'approccio del tema (Ottaviano,...

Poche note sull’improvvisazione italiana: un sistema di corde con varie propensioni

"....La vita è perpetua improvvisazione. Questa proposta un poco provocatrice nel confronto della razionalità comune, viene a dire che l'improvvisazione -o più precisamente la capacità d'improvvisare un discorso, un racconto, una fantasia musicale, ma...

Poche note sull’improvvisazione italiana: sulla poesia del jazz

Un dibattito sostenuto dalla direzionalità delle similitudini tra jazz e letteratura si muove sulla capacità della musica afro-americana di suscitare le identiche sensazioni che si potrebbero avvertire di fronte ad un racconto di Heminghway...

Poche note sull’improvvisazione italiana: spunti alchemici di jazz

L'uso del live electronics può essere anche un veicolo per coprire manifestazioni inedite del subconscio dell'artista: possono essere frazionamenti mentali, dilatazioni o espansioni applicabili anche alle reinterpretazioni. Ciò che succede in Another kind of Bob...

Poche note sull’improvvisazione italiana: tra patafisica, spiritualità e scioccanti rimembranze

Secondo Alfred Jarry la patafisica è sempre esistita: la cosiddetta scienza delle soluzioni immaginarie è insita nella nostra vita ed è normale poterla sperimentare quando si prendono in considerazione le eccezioni delle sue leggi,...

Poche note sull’improvvisazione italiana: 3×3, improvvisazioni in trio (prima parte)

A dispetto di quanto si possa pensare in Italia circolano ancora giovani, ottimi musicisti e forse sarebbe ora di affiancare allo sconforto della realtà che ci circonda, questi bei doni a cui manca solo...

Poche note sull’improvvisazione italiana: clarinetti straordinari

La storia del clarinetto jazz ha dimostrato che esso, dopo il riallineamento intervenuto con il free jazz di Dolphy, non poteva fare a meno delle modulazioni "classiche" e "folkloriche". Quando il jazz europeo negli...

Poche note sull’improvvisazione italiana: da Ismene al riduzionismo

In questa puntata ci dedichiamo alle percussioni, in un ipotetico cerchio che si chiude tra ancestralità e modernismo. Sono in molti coloro che vogliono oggi riportare l'ascoltatore nei territori ancestrali della scoperta della loro interiorità...

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mtr in filosofiadi / musica teatro ricerca

Cose bellissime arrivano da Napoli e dalla rassegna che Rosario Diana ha organizzato dal 4 al 7 dicembre in veste di direttore artistico e...

Michel Pilz